Il primo servizio che un ipertesto come Encyclomedia rende ai propri utenti (studenti, insegnanti, studiosi, o anche semplicemente persone curiose che vogliano sapere qualcosa di più sul secolo in cui hanno visto agire, al cinema, i tre moschettieri) è quello di farli “navigare”, con pochi movimenti delle dita, nel tempo e nello spazio, per cortocircuiti istantanei.
Se, leggendo una scheda su uno scienziato, si vuole sapere in quale ambiente artistico vivesse, o di quali altri scienziati poteva aver conoscenza, è come se da quella scheda partisse un invisibile filo rosso che attraversa migliaia di altre schede, che in una biblioteca sarebbero nascoste in volumi diversi.
Ma in questa navigazione l’utente incontra anche dei saggi – ovvero trattazioni più ampie di un dato soggetto – con opere d’arte ingrandibili a volontà, suoni, figure animate che spiegano una data teoria scientifica o il funzionamento di un apparato meccanico. e anche chi non ha un progetto di ricerca, una domanda precisa da formulare, potrà navigare alla ventura, come se giocasse: e facendo incontri inattesi scoprirà poco a poco l’intero tessuto di un secolo, con gli spostamenti degli eserciti, il modificarsi continuo delle frontiere, il ribollire dei fermenti sociali, l’apparizione di nuove architetture, la nascita di nuovi strumenti musicali, le invenzioni, i viaggi di scoperta, i dibattiti scientifici, filosofici o religiosi.
... Proprio per le possibilità interdisciplinari che offre, encyclomedia stimola a trovare i rapporti tra gli avvenimenti, tra una guerra e un movimento religioso, tra la ricerca scientifica e gli sviluppi o le crisi sociali.
Non è Encyclomedia che deve offrire delle relazioni prestabilite: Encyclomedia è anzi uno strumento per costruire relazioni.
Il computer non è una macchina che fa le cose per noi al posto nostro: certamente lo si usa anche in questo senso, ma questa è l’ultima delle sue virtù. il computer deve essere essenzialmente un dispositivo “amichevole” che ci incita a fare cose nuove, non solo a scoprire ciò che non sapevamo, ma anche a sapere che possiamo scoprire, inventare nuovi modi di conoscenza.